Corso di storia della scienza: 7 Quattrocento

Quattrocento: tra Umanesimo e rivoluzione del sapere
Il XV secolo segna un momento di svolta nella storia culturale e scientifica europea. La stagione dell’Umanesimo, intrecciata con le trasformazioni politiche e sociali, rappresentò il ponte tra Medioevo e Modernità. In tale contesto, le innovazioni tecnologiche, le scoperte geografiche e i progressi nel campo delle scienze naturali si intrecciarono con la rinascita filologica e filosofica. Il Quattrocento non fu soltanto un secolo di ripresa dei classici, ma soprattutto un laboratorio di sperimentazioni e rivoluzioni concettuali che avrebbero aperto la strada all’età moderna.
1. La rivoluzione della stampa: Gutenberg e la diffusione del sapere
Uno dei passaggi epocali fu l’invenzione della stampa a caratteri mobili da parte di Johannes Gutenberg, databile intorno al 1450. Questa innovazione consentì di riprodurre testi con rapidità e precisione, abbattendo i costi della copia manuale e rendendo accessibile la conoscenza a un pubblico sempre più vasto¹. L’impatto della stampa fu straordinario: non soltanto accelerò la diffusione dei testi religiosi e letterari, ma rese possibile la circolazione di opere scientifiche e manuali tecnici. La nascita di un mercato librario europeo modificò profondamente il modo di insegnare e apprendere, democratizzando in parte l’accesso al sapere.
2. La matematica e l’eredità di Al-Khwarizmi
Sebbene il contributo fondamentale di Muḥammad ibn Mūsā al-Khwārizmī risalga ai secoli precedenti, è nel Quattrocento che la sua opera si diffonde pienamente in Europa grazie a traduzioni e commentari. L’algebra, da lui sistematizzata, divenne parte integrante dei curricula scolastici e universitari, favorendo la risoluzione di problemi geometrici, commerciali e astronomici². La trattazione delle equazioni, l’uso sistematico delle cifre arabe e lo sviluppo dei polinomi posero le basi per la matematica moderna. In Italia, la figura di Leonardo Fibonacci aveva già aperto la strada nel Duecento, ma il XV secolo consolidò definitivamente questa rivoluzione numerica.
3. Nuove prospettive cosmologiche: Cusano e Regiomontanus
Il Quattrocento fu anche un secolo di fermento nel campo astronomico. Il cardinale e filosofo tedesco Nicolaus Cusanus, nel trattato De Docta Ignorantia (1440), propose una visione radicalmente nuova dell’universo: non vi sarebbe un centro unico, né limiti definiti; le stelle sarebbero forse simili al Sole e l’universo stesso infinito³. Questa intuizione rompeva con la cosmologia aristotelico-tolemaica e anticipava le concezioni copernicane.
In parallelo, l’astronomo Regiomontanus (Johannes Müller von Königsberg) si dedicò a osservazioni sistematiche e misurazioni accurate della posizione degli astri. Le sue Ephemerides, pubblicate nel 1474, costituirono strumenti fondamentali per la navigazione e influenzarono scienziati come Copernico e Keplero⁴.
4. Medicina, anatomia e osservazione empirica
Il Quattrocento vide inoltre un rinnovato interesse per lo studio del corpo umano e per la medicina sperimentale. Gli anatomisti, grazie anche all’apporto delle università italiane (Bologna, Padova), cominciarono a eseguire dissezioni più sistematiche, superando progressivamente l’autorità indiscussa di Galeno. L’approccio empirico e la descrizione diretta dell’anatomia prepararono il terreno alle opere di Andrea Vesalio nel secolo successivo.
5. Geografia e scoperta del Nuovo Mondo
Il 1492 segna una cesura nella storia universale: Cristoforo Colombo, raggiungendo le Americhe, aprì una nuova fase della conoscenza geografica. Le carte nautiche e i portolani si arricchirono di territori fino ad allora ignoti, mentre il concetto stesso di “ecumene” si ampliò in maniera rivoluzionaria⁵. Questa scoperta, pur nata da obiettivi commerciali e politici, ebbe enormi conseguenze scientifiche: lo studio delle civiltà amerinde, la raccolta di nuove specie botaniche e animali, e il confronto con realtà culturali sconosciute modificarono la concezione europea del mondo.
Conclusione
Il Quattrocento fu dunque il secolo in cui si intrecciarono tradizione e innovazione, Medioevo e Modernità. L’invenzione della stampa, i progressi matematici e astronomici, la nascita di nuove pratiche scientifiche e la scoperta di mondi fino ad allora sconosciuti resero questo periodo una vera soglia della rivoluzione scientifica. Ciò che era stato preparato nel Duecento e nel Trecento trovò ora un terreno fertile per svilupparsi, aprendo la strada a un’epoca di trasformazioni irreversibili.
Note
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Elizabeth Eisenstein, The Printing Press as an Agent of Change, Cambridge University Press, 1979.
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Victor J. Katz, A History of Mathematics: An Introduction, Addison-Wesley, 1998.
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Nicolaus Cusanus, De Docta Ignorantia (1440).
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Noel M. Swerdlow, Regiomontanus: His Life and Work, Oxford University Press, 1993.
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Felipe Fernández-Armesto, Pathfinders: A Global History of Exploration, W.W. Norton, 2006.
Bibliografia essenziale
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Eisenstein, Elizabeth L. The Printing Revolution in Early Modern Europe. Cambridge University Press, 1983.
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Grafton, Anthony. New Worlds, Ancient Texts: The Power of Tradition and the Shock of Discovery. Harvard University Press, 1992.
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Katz, Victor J. A History of Mathematics: An Introduction. Addison-Wesley, 1998.
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Swerdlow, Noel M. Regiomontanus: His Life and Work. Oxford University Press, 1993.
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Cusanus, Nicolaus. De Docta Ignorantia. A cura di E. Hoffmann, Hamburg: Meiner Verlag, 1932.
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Fernández-Armesto, Felipe. Pathfinders: A Global History of Exploration. W.W. Norton, 2006.
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